Spunto di riflessione, una lettera scritta da un docente di sostegno su OrizzonteScuola.
La lettera è evidentemente rivolta al discusso rapporto, edito da Erickson e promosso da Associazione Treelle, Fondazione Agnelli e Caritas, che avrebbe il presuntuoso intento di risolvere i problemi legati all'integrazione scolastica degli alunni disabili, sottovalutando ed eliminando nella sostanza, la figura dell'insegnante di sostegno.
Cito testualmente un paio di brani specifici e significativi:
"... Apprendere che autorevoli associazioni, fondazioni ed enti caritativi formulano a tavolino giudizi sul lavoro altrui fa venire il mal di pancia...[..] Noi, insegnanti di sostegno, chiediamo a gran voce che eventuali studi, ricerche e proposte sul tema dell'handicap vengano fatte da chi la disabilità la vive tutti i giorni: partendo dalle famiglie, dalla scuola e dal mondo del lavoro. Solo ascoltando i diretti interessati si potranno trovare, un giorno, le giuste soluzioni alle delicatissime problematiche dell'handicap".
Nulla di più vero! In un momento storico in cui tutti si mescolano a tutto e dove si perde il valore della specializzazione, della conoscenza e della competenza, nulla di più vero!
Ci uniamo a questo coro di voci e gridiamo basta ai "rapporti", alle proposte di legge, agli interventi e ai giudizi, a tutto ciò che non venga da chi abbia la piena conoscenza della materia. E questa si può avere solo con l'esperienza quotidiana sul campo! Non c'è altra scelta, non può funzionare bene, diversamente. E chi effettua materialmente il "rodaggio" di Leggi, Decreti e Circolari Ministeriali varie? Chi testa ogni giorno l'efficacia dell'impalcatura costruita per rendere accessibile la scuola alle persone con disabilità? Non sono forse le famiglie degli alunni stessi e non è il personale docente, soprattutto quello qualificato per il sostegno?
Siamo noi genitori in primis a fare il collaudo e dovremmo essere noi gli interpellati, prima di qualsiasi manovra o progetto. O meglio, il progetto di legge od eventuali modifiche, dovrebbero essere fatti esclusivamente dopo aver ascoltato le proposte dei diretti interessati.
Solo su questa base si può costruire qualcosa di utile e risolutivo.
E invece ci lasciano quaggiù, ad aspettare il prossimo personaggio che, senza provare nemmeno lontanamente ad avvicinarsi alla comprensione del "vivere da disabile", partorisca l'ennesima idea catastrofica o provi con tutte le forze a minare le uniche conquiste fatte da trent'anni a questa parte.
Se chi è preposto a legiferare ci ascoltasse, saprebbe che nessuna proposta è più lontana dalla soluzione, di questi recenti interventi, manovra economica compresa: gli alunni disabili hanno bisogno di avere insegnanti specializzati e competenti, con alle spalle corposi percorsi di studio e tanta esperienza. Hanno bisogno che venga rispettato il rapporto alunno/insegnante 1:1, che ne garantisca la qualità. Hanno bisogno che l'iter di riconoscimento della patologia sia serio ed approfondito, al fine di un progetto di vita più mirato. Non ci servono sportelli speciali o consulenti tecnici fuori campo. Non possiamo permetterci esperimenti vaghi e perdite di tempo.
E a chi ha il coraggio di lanciare ridicole illazioni su ipotetici "falsi alunni invalidi", rispondo che forse è il caso di fare un'indagine sui "falsi competenti" in materia di disabilità.
Serietà e rispetto per favore, rispetto per dei ragazzi che lottano per un diritto che per altri è assolutamente scontato: l'ISTRUZIONE.
(immagine estratta da il fattoquotidiano.it)
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