17 settembre 2016

Questa scuola non è buona! Lettera aperta di una madre




 Voglio dedicare l'intero spazio di questo post alla lettera aperta di una mamma di Catania. Non ci sono riflessioni da aggiungere, nel suo sfogo è condensato tutto il malfunzionamento di un ingranaggio che sulla carta risulta essere perfetto ma all'atto pratico disintegra qualsiasi presupposto di inclusione scolastica per i ragazzi con disabilità, abbandonando intere famiglie allo sconforto e alla solitudine più totale.

- QUESTA SCUOLA NON È BUONA - di Anna La Rosa


"La scuola italiana è lo specchio del nostro governo e abbandona i cattadini con l’inganno di un aggettivo anteposto a istituzioni che per natura non ne necessitano.
BUONA SCUOLA? Perché buona? Dove sta l’inganno? Quella di prima non lo era e adesso lo è?
Mio figlio Francesco, con un grave handicap dalla nascita, ieri sera si è disperato, piangendo e prendendo a pugni il tavolo, nell’apprendere la notizia che il suo insegnante di sostegno è stato trasferito a Viterbo e poi, grazie all’eccesso di “bontà” della nostra scuola/governo, è stato assegnato a Caltagirone anziché presso la scuola nella quale aveva prestato un BUON sostegno a mio figlio.
Francesco mi ha guardato in faccia e, balbettando la sua fatica che lo irrigidisce con spasmi da indemoniato, mi ha chiesto di fare qualcosa. Io, prevedendo l’inevitabile esito, avevo già utilizzato le mie carte chiamando all’appello tutte le mie conoscenze al provveditorato. Fatica vana. Da madre onnipotente che gli ho promesso di essere, ho dovuto balbettare con fatica la mia IMPOTENZA.
Francesco mi ha guardato con tristezza, come si guarda un supereroe in pensione. Io, adesso, ai suoi occhi, sono una semplice donna senza superpoteri, incapace di garantire protezione.
Mio figlio vuole risposte da chi i POTERI li gestisce, anche se non sono super!
Da quando frequenta la scuola (quella cattiva e quella buona), Francesco non ha mai goduto del privilegio a lui promesso in quanto HANDICAPPATO, di una normativa della quale il nostro governo si vanta: garanzia di continuità nel sostegno alle persone in situazione di handicap! Francesco ha cambiato ogni anno insegnante di sostegno e sono sempre stata zittita dalla frase “Anzi! Non solo le diamo il servizio… e lei si lamenta pure!”. Non ho potuto lamentarmi perché, nel confronto, mio figlio godeva di qualche ora più degli altri che dovevano accettare il rapporto 1 a 4 o 1 a 5 (un insegnante suddiviso per 4 o cinque alunni).
Non ho potuto aver da ridire sull’assenza di competenze o della qualità del servizio perché per la “buona e la cattiva” scuola, il sostegno è solo uno spazio per i docenti che spazio non hanno nella propria disciplina e devono quindi improvvisarsi “sostenitori” di casi che per loro equivalgono solo a numeri per poter lavorare. Non si offenda nessuno, sono una docente e so come funziona la scuola, riconosco i meriti di chi lavora con competenza e riconosco le difficoltà di chi è costretto ad accettare qualsiasi cosa pur di lavorare.
Il sostegno non deve essere assistenza. Non abbiamo bisogno di baby-sitter. I nostri figli handicappati hanno il diritto di essere aiutati ad affrontare un percorso didattico che tenga conto dei problemi che la vita gli ha preservato. Non devono essere il rifugio di chi non ha lavoro o la garanzia per formare più classi nell’ottica della nuova politica aziendale della buona scuola.
I nostri figli HANDICAPPATI dovrebbero essere davvero i NOSTRI figli perché se la situazione drammatica di una semplice famiglia di eroi in pensione fosse la situazione di un rappresentante di questo “BUON” governo, sono certa che quel figlio handicappato potrebbe godere dei benefici che gli spettano.
Chi ci governa, guadagna 10 volte più di un cittadino che rappresenta e gode di privilegi che nessun cittadino ha. Quindi, che Italia rappresenta? Con quale cittadino si immedesima se non prova sulla sua pelle il dolore di sentire il proprio figlio disperarsi perché sua madre non può garantirgli la stabillità di un insegnante che ha imparato a conoscerlo e ha intrapreso il cammino del suo faticoso ma gratificante apprendimento?
Cosa devo rispondere a mio figlio e a tutti i figli handicappati di questa Italia che zoppica ma si dichiara “BUONA”?
Non mi interessa più lo spazio della solidarietà degli uomini comuni perchè di questo ho certezza. Pretendo l’insegnante di sostegno che mio figlio ama e che lo accompagnerà al compimento del suo percorso scolastico. Se ciò non è possibile, non voglio più inganni: dateci una scuola ghetto per handicappati e non prendeteci più in giro.
Pretendo risposte dai rappresentanti di una Italia che è in grado di garantire sicurezza e viaggi a un uomo di governo poco amato ma non vuole garantire a un suo figlio in difficoltà che sua madre abbia ancora il super potere di essere madre".

(ph:hepingting)

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