26 settembre 2011

Informarsi per una corretta integrazione scolastica è obbligo professionale e morale anche degli insegnanti. Tutti.


Voglio fare una considerazione ad alta voce che probabilmente non verrà condivisa da molti di quelli che si sentiranno chiamati in causa. Ma è necessaria per tentare di risvegliare alcune menti. Devo fare un passetto indietro e riferirmi alla lettera che ho scritto e fatto protocollare al Dirigente Scolastico dell'istituto superiore che mio figlio ha appena iniziato a frequentare. Una lettera dove reclamavo il suo diritto all' integrazione, rispetto all'organizzazione di una visita a scopo didattico. La lettera è questa. Chi ne avesse bisogno, può trarne spunto e farne buon uso.

Naturalmente ho fatto avere una copia per conoscenza anche alla professoressa interessata e alla referente per l'handicap.

Il punto è che il giorno dopo, mi viene riportato il commento della prof in questione che, sconcertata e in caduta libera dalla sua nuvola, lamentava di sentirsi accusata ingiustamente di qualcosa che non sapeva e di quanto fosse in assoluta buona fede...

Faccio notare che è la stessa professoressa che il primo giorno di scuola ha detto, rivolgendosi al suo alunno sulla sedia a rotelle: "Io non so cosa fare, non ho mai avuto un alunno come te".

Faccio notare che non è un'eccezione questa, ma purtroppo è la regola. I professori sono per la stragrande maggioranza, completamente sprovveduti e impreparati di fronte alla disabilità. O meglio, addirittura spaventati! E allora cosa fanno? Improvvisano, arrangiano e fanno il grave e comunissimo errore di delegare la gestione dell'alunno al povero insegnante di sostegno, che si barcamena strozzato da un mucchietto caritatevole di ore assegnate...

Fanno gaffe ed errori spesso imperdonabili, ma non si sentono in colpa, non si sentono in dovere di prendersi finalmente la propria responsabilità di insegnanti: quella di concedersi in egual modo a tutti i propri alunni, senza distinzione alcuna. Quella di prendersi carico dell'istruzione di tutti e di impegnarsi a conoscerli, laddove vi siano situazioni che escano dal binario della "normalità", non delegando ma collaborando.

La colpa di un sistema di integrazione che proprio non va, non risiede solo nelle cariche più elevate, ma anche e soprattutto in chi opera, in chi è sul campo, in chi lascia correre e non fa quel passo in più.

Sappiamo che i genitori devono informarsi per poter agire e combattere la discriminazione, ma anche gli insegnanti ne hanno l'obbligo, professionale e morale. Gli insegnanti non sono esentati dall'essere informati su come relazionarsi ad un alunno disabile o su quelle che sono le normative di riferimento per una corretta integrazione. Gli insegnanti possono e devono denunciare.

Al di là dei corsi di aggiornamento, basterebbe anche un pò di iniziativa personale, di voglia di "crescere". Il primo giorno di scuola, invece di scacciare frettolosamente i genitori, prendetevi un pò di tempo per chiedere qualche informazione. Eviterebbe di rischiare di "sparare" a ruota libera. Non è così difficile.

E per quanto riguarda le normative, per iniziare potreste andare su internet e leggervi, ad esempio, tutta la Legge 104/92.

E le varie circolari ministeriali con riferimenti precisi all'integrazione scolastica.

Perchè non le conoscete?


(immagine da: vincenzobrancatisano.it)


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