7 giugno 2012

Vicenza, le scuole della discriminazione introducono il limite d'accesso ai disabili




E ancora segnali profondi di intolleranza. E ancora discriminazione mascherata da un senso di giustizia ipocrita e falsato. Vicenza, l'istituto Da Schio e l'istituto Montagna hanno deciso arbitrariamente di introdurre un tetto massimo di accesso ai ragazzi disabili. I dirigenti scolastici, rispettivamente Enrico Delle Femmine e Giuseppe Mauro, hanno candidamente giustificato tale decisione con la volontà di "garantire il successo formativo" e "anche" i diritti dei normodotati... Cari Presidi, come si può in coscienza rifiutare dei ragazzi solo perchè disabili? Come si può mettere un tetto massimo di dieci/undici ragazzi per scuola, in nome di una migliore qualità di studio per i normodotati? Perchè è questo il senso della vergognosa iniziativa.
Una discriminazione palese e sfrontata che alza l'ennesimo muro enorme tra "normali" e "disabili", in barba alle lotte fatte da decenni a questa parte per superare le diseguaglianze.
Ma se sono proprio le scuole a fomentare una cultura della discriminazione, come possiamo mai sperare in un futuro migliore, in una società realmente civile?
Gli studenti "normali" hanno già i loro diritti intatti, soprattutto perchè possono farli valere con delle piene capacità fisiche e mentali. Possono pianificare il loro percorso di studi come e quanto vogliono, autonomamente. Possono decidere di cambiare istituto se desiderano, senza limitazioni rispetto ad eventuali barriere architettoniche o ad indirizzi che richiedano questa o quella abilità particolare. Uno studente disabile deve pensarci mille volte, prima di fare una scelta nel proseguo dei suoi studi... Deve informarsi su mille aspetti, prima di scegliere: ci sono ostacoli interni/esterni alla scuola? Esistono ascensori funzionanti e rampe d'accesso? E ausili didattici sufficienti? Avrò le ore si sostegno che mi spettano? E l'assistenza fisica? Mi sarà garantito il servizio di trasporto scolastico fino alla scuola che ho scelto?
E ho solo elencato una parte degli interrogativi.
Uno studente disabile deve spesso rinunciare all'indirizzo di studi che desidera perchè non ha le abilità necessarie per perseguirlo. Riuscite ad immaginare quanta frustrazione possa esserci in quella rassegnazione? Vogliamo aggiungere anche un tetto massimo alle loro già esigue possibilità? Vogliamo costringerli, assieme alle loro già provate famiglie, a girare di istituto in istituto alla ricerca di un posto libero?
Signori Presidi, sono senza parole. Vergogna. E ricordatevi che questa fantastica iniziativa che avete messo in atto, è contraria alle leggi anti-discriminazione: tutti hanno diritto a frequentare le classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, qualunque sia il tipo di disabilità. È un vero e proprio diritto soggettivo, la scuola non può rifiutare l'iscrizione, anche nel caso in cui le classi siano già complete in base alle capacità ricettive della scuola (se lo facesse, commetterebbe un illecito penale). E la ricettività non può essere limitata solo nella componente "disabile"!
Per gli alunni disabili il diritto alla scuola è diritto all’integrazione scolastica e i diritti dei più deboli vanno salvaguardati prima ancora di chi vive nella "normalità".
Cari Presidi, non è attraverso atti discriminatori da terzo mondo che si garantisce la qualità dello studio. Sono altre le vie e seguono l'imprescindibile percorso dell'integrazione...
Che tristezza. Mi auguro solo che questo squallore venga fermato in tempo e che altri dirigenti scolastici non seguono tale esempio. E ai genitori: RIBELLATEVI, fate rispettare le leggi!

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