3 marzo 2015

Della Disabilitá Motoria e Delle Barriere, architettoniche e mentali



Le barriere mentali esistono dall'alba dei tempi e ogni cambiamento di "pensiero comune" avviene nel corso di secoli, specialmente quando parliamo di pensieri e modi di essere radicati cosí tanto da coinvolgere la massa. 

Insomma, dobbiamo ammettere che partire dall'abbattimento delle barriere mentali, per combattere la discriminazione, richiede uno stravolgimento di ordine sociologico davvero incalcolabile e sicuramente non fruibile nell'immediato futuro. Senza nulla togliere alla sua indiscussa importanza, una goccia per volta fará pure il mare.
Questa premessa mi serve per esprimere il mio modesto modo di ragionare.
Credo che per lottare contro certe discriminazioni legate ai modi di pensare, sarebbe piú logico partire dalla strada strategicamente "piú breve", cioé da una causa pratica ed "evidente" che produca poi un effetto conseguente. Pensando alla disablitá motoria, la logica ci suggerisce di puntare molte piú forze sull'abbattimento delle barriere fisiche, architettoniche. Perché direte voi? 

Perché é un lavoro materiale, piú gestibile entro i nostri tempi umani (seppur lungo anch'esso) e perché avere delle cittá completamente accessibili significherebbe veder circolare autonomamente un numero significativamente piú grande di persone in sedia a rotelle, di vederle alle prese con le loro abilitá.

Quest'ultimo é quell'effetto "evidente" di cui parlavo: la gente non cambia i pregiudizi sulla base dei bei discorsi, la gente ha bisogno di abituarsi a vedere "qualcosa", a vederlo ogni giorno nella sua vita, prima di recepirlo come normalitá.
Vi risulta forse che si possa insegnare qualcosa piú in fretta con le parole, piuttosto che con l'esempio pratico?
Con tutto il rispetto per il lavoro culturale che stiamo facendo e continueremo fortemente a fare, anche perché la disabilitá non riguarda solo la "sedia a rotelle" ma é tante altre realtá, dico solo che dovremmo fare piú attenzione all'importanza della rimozione delle barriere architettoniche, non solo per una miglior qualitá di vita di chi non deambula o ha gravi difficoltá motorie, ma anche per il conseguente condizionamento mentale positivo che si innescherebbe gradualmente nella gente. 

E di cui potrebbe beneficiare la visione della disabilitá in generale.
Ecco, la mia riflessione di oggi vi invita a guardare la doppia valenza di questo aspetto.

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