6 giugno 2011

Indagine Istat e integrazione scolastica: riflessione sui risultati


Leggevo poco fa i dati pubblicati dall'Istat, relativi all'indagine svolta per verificate quanto sia messa in pratica l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Mi sono soffermata in particolare su alcuni punti, che non essendo stati approfonditi, rimangono sospesi a mezz'aria.
Un risultato ci dice che gli alunni con disabilità sono mediamente più vecchi dei compagni, evidente prova di frequenti bocciature... Qui necessiterebbe un primo approfondimento: perchè queste frequenti bocciature..? Se una specifica Ordinanza Ministeriale prevede in sostanza che, gli alunni in situazione di handicap siano attentamente valutati per le capacità relative alla sfera delle loro limitazioni, proprio per metterli in una posizione equa, nel confronto con i compagni... Perchè tutte queste bocciature?
E sempre in questo contesto, perchè tanti trattenimenti alla scuola dell'infanzia? Un anno in più, serve sempre a risolvere una situazione, o forse non rischia di essere una pratica usata esageratamente, un "parcheggio" per elementi che non si è in grado di valutare profondamente, perchè non si è adeguatamente supportati da specifiche competenze..? Eh già.. le benedette specializzazioni..
Altro punto: le percentuali sulle certificazioni di handicap in base alla Legge 104, sono piuttosto basse.
Come a dire, i genitori troppo spesso non sanno che avere una certificazione che attesti lo stato di disabilità dei figli, è essenziale all’erogazione dei servizi da parte della scuola. Verissimo, ma è facile colpevolizzare i genitori..."Lei non ci ha portato alcun certificato..!". Non si può conoscere tutto ciò che si deve fare, gli iter burocratici e le normative varie, specie all'inizio di un percorso che getta un genitore nella realtà della disabilità del proprio figlio.
Chiediamoci piuttosto qualcos'altro: sarà forse la scuola, a doversi prendere la responsabilità di avvisare immediatamente il genitore sprovveduto, erudendolo sull'iter da percorrere per ottenere tutti i servizi necessari all'integrazione del figlio? Perdonate, ma parlo con cognizione di causa. Sono spesso le scuole a non avviare le famiglie nella giusta direzione.
Per non parlare del numero vergognoso di alunni senza un PEI. A chi vogliamo dare la responsabilità? Domandiamo ai genitori se la scuola li mette al corrente di tutto questo, o se lascia correre, sulla scia di una faciloneria e di un più comodo "fai da te"...
E il trasporto scolastico? Normative precise, che parlano chiaro sulle competenze e fondi ai quali poter attingere, che ci sono, esistono.. Ma, una bassissima percentuale di alunni si vedono garantito questo servizio. Ma come, non era essenziale e strumentale all'integrazione? Forse ci si approfitta del fatto che molti genitori non ne siano consapevoli e rinuncino a lottare..?
Sugli insegnanti, vediamo percentuali che si riferiscono al volume totale del sostegno, tra scuola primaria e secondaria, nonchè la loro divisione tra Nord e Sud Italia. Idem per gli AEC e per i collaboratori scolastici.
Mancano però molti approfondimenti, relativi ad esempio alla continuità didattico-educativa di questi, alla loro corretta utilizzazione. Manca la verifica dell'utilizzazione di alcune materie d'insegnamento specifiche e altamente coadiuvanti all'inclusione. Manca la verifica sulla programmazione didattica e le prove d'esame. Manca la verifica sull'adeguatezza delle attività scolastiche e extra, rispetto agli alunni con disabilità. Manca la verifica sull'organizzazione delle gite scolastiche, nella piena inclusione degli alunni con disabilità.
Potrei andare avanti, ma credo sia sufficiente per sottolineare che certe indagini andrebbero notevolmente approfondite.
Queste percentuali ci lasciano un pò a mezz'aria, con la voglia di tirar fuori tutto quello che andrebbe detto, per poter poi lavorare a monte sulle mancanze e sulle carenze. Qui, vale la pena segnalare l'iniziativa di un sondaggio organizzato da genitori per i genitori, proprio con lo scopo di far emergere tutto quello che rimane in sordina.
Nella piena attuazione del diritto all'integrazione scolastica di tutti gli alunni con disabilità e con particolare attenzione alle differenti disabilità.
Altrimenti l'integrazione è solo una presa in giro e un movimento di soldi e di lavoro, del quale però i disabili non usufruiscono.

(foto: consorzioparsifal.it)


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