6 marzo 2013

Perchè gli studenti disabili sono discriminati dai loro compagni?


Perchè gli studenti disabili vengono molto spesso discriminati proprio dai loro compagni? Bella domanda, anzi bruttissima. Non dovremmo nemmeno aver bisogno di porcela. 
Ma la realtà sappiamo essere diversa, purtroppo. A darne conferma è stato anche un recente incontro tra il Prof. Andrea Carnevaro (pedagogista dell'Università di Bologna nonchè promotore della figura del "tutor" per gli studenti disabili) e una trentina di tutor che seguono appunto dei ragazzi certificati in varie scuole superiori di Carpi. Lo scopo di questo incontro è stato quello di far emergere quali fossero i motivi scatenanti questa ostilità degli studenti, nei confronti dei loro compagni meno fortunati.
Ebbene, il punto è proprio questo: cio' che risalta agli occhi della classe non è quanto il loro compagno disabile sia "meno fortunato", ma quanto sia "privilegiato" rispetto a loro.
E perchè lo vedrebbero tanto privilegiato?
Ecco il primo colpevole: il programma semplificato. Ed ecco l'altro corpo del reato: gli ausili tecnologici!
Ora, io sono senza parole, ma non è una novità ormai. Facciamo una premessa, stiamo parlando di adolescenti... Non sono ancora degli adulti, ma nemmeno dei bambini. Quindi, dovrebbero comprendere che se un compagno ha delle difficoltà motorie, piuttosto che intellettive o dei disturbi di apprendimento, non puo' fisicamente e intellettivamente seguire il programma di studi con le stesse modalità di un ragazzo che ha tutte le facoltà intatte. E' altrettanto evidente e comprensibile che dei ragazzi con simili difficoltà debbano essere integrati con l'ausilio di un computer, tanto per fare un esempio...
Allora di cosa si tratterebbe, di gelosia pura? Sembrerebbe proprio quel tipo di gelosia irrefrenabile che hanno i primogeniti nei confronti di un fratellino piu' piccolo e piu' bisognoso di cure... 
E quando si scatena questo genere di gelosia,  chi ne ha la colpa? Il fratello "cattivo"? O magari il girello con cui il piccolo muove i primi passi..? 
E no, chi ha la responsabilità di eliminare la causa di tale gelosia innata ed egocentrica è il genitore.
Dunque, mi chiedo a cosa servano questi incontri che si concludono con dei responsi a metà, dove risultano dei carnefici e delle vittime ma non si eviscera quasi mai il problema fino alla radice.
Se ancora succedono queste cose all'interno di quella che dovrebbe essere una comunità vera, tollerante e collaborativa, la causa non puo' che risiedere nel fallimento di insegnamenti che inviano messaggi sbagliati, attraverso comportamenti e parole "distratte" alle quali non si da peso. 
E' il fallimento di un'integrazione solo sulla carta, dove si infilano dei "disabili" in una classe senza farli capire, sentire, assimilare dai loro compagni. 
Già l'errore parte dalle famiglie che non abituano i propri figli al rispetto e alla comprensione della diversità, ma non possiamo permettere che anche la scuola perseveri su questa linea.
E' la scuola nel suo intero corpo che fallisce per prima, che non insegna l'inclusione, che non spiega, che non sa educare laddove le famiglie hanno mancato.
Non puo' essere un computer, colpevole della discriminazione degli studenti disabili da parte dei loro compagni, ne' tantomeno un programma semplificato. I computer non sono necessariamente appannaggio dei disabili, possono essere dotazione di tutta la classe. 
La discriminazione in questo caso è lo specchio evidente del fallimento di una scuola che non sa insegnare, trasmettere i piu' alti e semplici valori comunitari. Che se vogliamo dirla tutta, non riesce nemmeno a rispettare e a concretizzare quello che già da piu' di trent'anni è scritto sulle tavole di una legge chiarissima. Figuriamoci.
E chi non sa fare, non sa nemmeno insegnare, diceva mia nonna.
Ho il dente avvelenato, lo so.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...