28 marzo 2014

Quando i docenti perdono l'opportunitá di mettere in pratica l'integrazione



A volte i docenti non si rendono conto di perdere costantemente l’opportunitá di far parte attiva del grande e difficile processo di integrazione scolastica. Ma non di quella puramente demagogica, parlo di un’azione reale, consapevole e risoluta. Parlo di una scelta, di quella scelta con cui ogni giorno puoi aver occasione di scontrarti ed e’ proprio li, nell’azione successiva, che scatta la differenza fondamentale tra teoria e pratica, tra chiacchiere e “distintivo”.
Questa volta l’occasione l’ho offerta io, o meglio mio figlio l’ha preparata su un piatto d’argento e io c’ho messo la ciliegina finale…
A lei professoressa, che forse mai aprirà una pagina di questo blog, a lei abbiamo donato l’occasione di fare un gesto esemplare, uno di quelli di cui avremmo tanto bisogno in questa distratta società.
Lei, che inciampando in una delle tipiche mancanze dell’istituzione scolastica (e non solo) avrebbe potuto cogliere una possibilità di confronto costruttivo e di crescita e non lo ha fatto..
A lei che ha infilato il dito nella piaga banalizzando tutto…
I personaggi di questa storia? Una tipica uscita extra-scolastica promossa dalla docente di educazione fisica, una mazzetta di biglietti regalati dalla Federazione Nazionale Rugby e una classe con un alunno in condizione di disabilitá motoria. I biglietti sono tutti per l’accesso in Curva Sud dello Stadio Olimpico: chi ha a che fare con la disabilitá dovrebbe sapere che l’accessibilità e’ solo dalle Tribune. All’ultima ora la docente cade dalle nuvole e pare logico il sacrificio dell’alunno in sedia a rotelle. “Io non potevo sapere, la colpa e´della federazione..”
E’ vero, una federazione sportiva che regala i biglietti ad una scuola dovrebbe tener conto degli eventuali studenti disabili, verissimo. E per questo mi appello alle dirigenze affinché soddisfino anche i bisogni dei loro tifosi diversamente abili. O c'e' una serie B anche in questo? 
Tornando a noi, professoressa, lei, lei aveva comunque l’opportunità e la responsabilità di sottolineare il problema alla federazione stessa, perché non volerlo ammettere?
Le ho suggerito una chance, le ho chiesto di annullare l’uscita nel rispetto dell’uguaglianza e di organizzarne un'altra come si deve, e lei mi ha risposto che era assurdo scontentare una classe intera di fronte ad un unico alunno.. - “Ma come professoressa, allora non conosce la 104?” - “No, sinceramente no” - “Ecco quali sono gli errori di base, professoressa… Se lei conoscesse la legge 104/92 non farebbe mai un’affermazione del genere. Nel caso specifico infatti viene fatto prevalere il bisogno del singolo alunno in situazione di handicap, rispetto alla classe intera..” -
Lei, professoressa, ha continuato a difendere la sua opinione nonostante la citazione di legge e ha commentato la mia proposta come pura “follia”. 
Non mi sono arresa, e le ho fatto notare che in quel caso sarebbe stata una questione di scelta personale e la sua si dirigeva palesemente verso la discriminazione di mio figlio..
Apriti cielo! - “Voi la discriminazione ve la create da soli! Non avete buon senso!” -
Buon senso? Quanto mai ne dobbiamo avere NOI di buon senso? E quanti passi indietro dobbiamo fare in nome del VOSTRO buon senso?
Non cedo. “Lei non ha coraggio, professoressa. Questa e' la verità. Non ha il coraggio di compiere l’azione giusta… Almeno faccia una riunione con tutti i ragazzi, per parlare di quanto successo e per spiegare loro come si sarebbe dovuta gestire tutta la situazione. Un’occasione almeno per gettare qualche buon seme in questi ragazzi…E per non ripetere piú lo stesso errore" - “Va bene, ne parlerò in classe”.

E’ passato quasi un mese, professoressa, ma di quella riunione nulla si e' saputo.
Ci sono altre cose da fare, prima.
Ma noi dobbiamo avere il “buon senso” di aspettare, no?

4 commenti:

Giovanni ha detto...

ci si scontra quotidianamente con l'ignoranza, il problema che persone deputate a trasmettere il sapere dovrebbero essere almeno informate su leggi e diritti di tutti, fortunatamente sono solo una piccola minoranza e spero vivamente che i compagni di classe compiano un gesto più significativo delle giustificazioni inutili dell'insegnante.

Unknown ha detto...

Le tue parole le avrei potute scrivere io...con la stessa rabbia misurata di chi vuole combattere a colpi di coscienza e leggi, di chi è continuamente chiamato a mediare tra diritti e quieto vivere, di chi continua a dire al proprio figlio stringendolo in un abbraccio: "vedrai Tesoro, domani sarà diverso"; senza dire migliore o peggiore, perché non lo sappiamo, ma ci proviamo a cambiarlo...nonostante tutto...
Annarita

merimarina ha detto...

Forse sarebbe giusto scrivere il nome della professoressa, nel bene e nel male dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre azioni. Forse è giusta un po' di sana vergogna...

Cris ha detto...

Si Annarita, e´proprio cosi´.. Nonostante tutto dobbiamo continuare perche´non e´del tutto inutile, anche se apparentemente lo sembra.. E con questo rispondo anche a Merimarina: si, e´vero, ho piu´volte pensato di scrivere anche il nome della professoressa ma poi non e´questo che risolve il problema alle radici.. Ho preferito darle il tempo per metabolizzare e riflettere. Non e´una cattiva docente ma ha peccato di superficialitá e io le ho dato la possibilitá di scalare un gradino in piu`.. Oggi e´successo qualcosa comunque, ed e´stata la conseguenza del mio insistere e puntare il dito, del mio non indietreggiare: la professoressa si e´confidata con i colleghi per cercare appoggio e senza volere non ha fatto altro che scatenare una reazione a catena che come un fiume e´arrivata anche agli altri studenti... E mio figlio ha detto che stanno improvvisamente cambiando atteggiamento nei suoi confronti, come se si stessero davvero accorgendo di lui. Quel seme che ho gettato e´arrivato in qualche modo a destinazione: farne discutere professori e compagni, sensibilizzare, costringerli a vedere la dove non vedono.. E continuero' a non lasciar passare nulla, come dice Annarita " a colpi di coscienza e leggi", senza ripicche o vendette, a colpi di coscienza e leggi...

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