7 gennaio 2017

Quel gradino incivile



In questo post non parlerò di scuola ma del cosiddetto "tempo libero". Si chiama così il tempo che non si dedica agli impegni, familiari, scolastici o lavorativi che siano... un tempo da poter sfruttare liberamente per ciò che si desidera.
Peccato che, se hai una disabilità motoria, non si possa definire tale.
Nello specifico vorrei soffermarmi sul semplice e comune desiderio di poter fare shopping, in questo periodo particolare di saldi e quindi di acquisti convenienti.
Se viaggi in sedia a rotelle ti trovi nell’impossibilità di poter fare materialmente shopping a causa dell’inaccessibilità dei negozi. Devi accontentarti, tuttalpiù, di fare i soliti acquisti online... con il solito rischio di sbagliare taglia o di non poter apprezzare fisicamente la merce acquistata. Oppure, sempre che esista nella tua zona e ti sia possibile arrivarci, rinchiuderti in un caotico mega centro commerciale. Ebbene si, nel 2017 siamo ancora a lamentare questo fatto.
Anche lo shopping, dunque, si veste di discriminazione.
Eppure le normative ci sono: dalla legge 13/1989 e il decreto ministeriale 236/89 che già disponevano che i negozi prevedessero uno spazio accessibile per la fruizione di tutti, alla legge 104/92 che ne ampliava il campo di applicazione. Sembra però che, come purtroppo non di rado accade, una certa generalizzazione e ambiguità interpretativa permetta di aggirare la regola…
E così, a distanza di quasi trent’anni dal momento di quella presa di coscienza civile, siamo approdati al nulla di fatto. La stragrande maggioranza degli esercizi commerciali continuano a “conservare” le loro barriere architettoniche. Negozianti incuranti del fatto che la loro “furbata”, il loro essere riusciti ad aggirare una norma, li caratterizza per essere incivili e disattenti alle esigenze di tutti i potenziali clienti.
Quel gradino, quell’ostacolo che lascia fuori degli esseri umani, è talmente incivile che dovrebbe far vergognare già al solo aprire la saracinesca. Incivili e oltretutto nemmeno così dotati di spirito commerciale… una fetta di clientela è preclusa!
Un esercizio commerciale che si rispetti e che rispetti gli altri, quantomeno ha la disponibilità di una rampa mobile, ce ne sono di ogni misura, in alluminio, leggere e non costano cifre impossibili (mediamente 150 euro)!
E’ impensabile che una persona disabile debba portare con sè anche una rampa, complicato agganciarla ad una sedia a rotelle e impossibile da gestire autonomamente!
Bisogna anche pensare che molte persone con disabilità motoria scelgono sempre più spesso una sedia elettronica, che gli permette di muoversi più facilmente ma ha una diversa struttura, molto pesante, che non è possibile alzare manualmente. Dico questo affinchè si desista dall'orrenda consuetudine di "arrangiarsi" che alcuni esercenti commerciali pensano di poter fare, all'occorrenza.
Mi chiedo perché sia così difficile sensibilizzarsi al di là di qualsiasi norma scritta.
Cari negozianti, non ci sono giustificazioni a quel gradino! E non tralasciate di ottimizzare gli spazi per un miglior passaggio di tutti, non solo di una sedia a rotelle!
Iniziate da quel maledetto gradino: munitevi di una rampa ripiegabile da tenere in un angolo al bisogno, fate che tutti i vostri colleghi seguano l’esempio. Negozianti di abbigliamento, calzature o quant'altro, ma anche bar e ristoranti... Abbiate attenzione per chi desidera soltanto una vita il più normale possibile, che si attua anche potendo “girare” per negozi come fanno tutti.
Rendendo accessibile il vostro negozio ne guadagnerà l'intera società, oltre che voi stessi. "Accessibilità" si traduce in miglior qualità di vita per tutti!

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