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La legge delega Sostegno (107/2015)
approvata dal Consiglio dei Ministri a metà del gennaio scorso è
una vera e propria bomba scagliata su decenni di battaglie fatte per
il diritto allo studio e l'inclusione dei ragazzi con disabilità.
Un testo che va a depotenziare
notevolmente quella legge 104/92 così chiara e lineare, costruita
realmente con la volontà, sacrosanta, di restituire diritti e
dignità a quegli studenti che vivono una condizione di handicap
fisico o mentale.
Le deleghe di questa recente riforma
sono contenute in una serie di atti: n. 377 (formazione iniziale); n.
378 (sostegno e inclusione); n. 379 (istituti professionali); n. 380
(infanzia – sistema integrato 0-6 anni); n. 381 (diritto allo
studio); n. 382 (valorizzazione patrimonio); n. 383 (scuola italiana
all'estero); n. 384 (certificazione competenze ed esami di stato).
Sono tanti i punti da rivedere e coinvolgono non solo gli studenti ma anche
gli insegnanti e le famiglie. In particolare gli atti 378 e 384 sono
oggetto di un'autentica rivolta che vede riunite associazioni, gruppi
di famiglie e di docenti: la Rete dei 65 movimenti per il sostegno ne
chiede il totale ritiro in favore dei principi inalienabili della
Legge 104/92. A tal fine è stato redatto un documento che sarà base
di confronto con il Parlamento. Il 23 febbraio prossimo è stato
organizzato un presidio davanti Montecitorio.
Con la delega 378 viene innanzitutto
istituito un gruppo territoriale (GIT) con sede presso gli USR,
composto da due dirigenti scolastici e due docenti scelti dal
dirigente dell'USR, che si evidenzia come un organo
slacciato dal contesto vicino alle reali necessità degli studenti. I
GIT faranno sparire tutti quei gruppi di studio, lavoro e stesura del
PEI finora presenti all'interno delle istituzioni scolastiche. Tutto
in nome della “razionalizzazione” delle risorse, ma quei “limiti disponibili”, in questo contesto, sono un
principio riconosciuto illegittimo anche dalla Corte
costituzionale in una sentenza, la 80/2010, che pone chiaramente come priorità il
diritto allo studio dei ragazzi disabili rispetto ad un mero
meccanismo di risparmio.
Inoltre, con la 378 vengono gravemente
esclusi dal percorso integrativo di questi studenti sia le famiglie
che i servizi socio-sanitari. Che senso può avere un PEI privato di
quelle figure fondamentali nell'organizzazione di un programma
individualizzato?
Esaminando l'atto 384, in riferimento
agli esami di stato, troviamo un'altra sorpresa: viene
sostanzialmente negata la licenza media a quegli studenti non in
grado di sostenere prove equipollenti a quelle ordinarie. A loro sarà
concesso un attestato di credito formativo. Tutto il sistema che fino
ad oggi era stato studiato per tutelare gli studenti con handicap,
basato su prove adeguate che ne considerassero il potenziale,
per poter raggiungere ugualmente l'obiettivo della licenza, crolla
miseramente. Quegli obiettivi minimi che permettevano giustamente di
avere una programmazione equiparabile a quella di tutti gli altri
studenti, non esisteranno più. In tal modo si delinea un percorso
formativo di livello inferiore e questo è un calcio
all'integrazione, un ritorno alla “separazione”, alla
ghettizzazione di tanti ragazzi che hanno una disabilità, alla
privazione di una possibilità nel loro futuro.
Da sottolineare il fatto che questa riforma non valuta lo studente disabile in base alle sue necessità relazionali e sociali, ma dal punto di vista strettamente medico. La persona, non più persona ma "patologia".
Da sottolineare il fatto che questa riforma non valuta lo studente disabile in base alle sue necessità relazionali e sociali, ma dal punto di vista strettamente medico. La persona, non più persona ma "patologia".
Già di fronte a tali evidenze, senza
voler entrare in altri particolari discutibili relativi alle deleghe
di cui sopra (continuità scolastica, sostegno adeguato, formazione
docenti, qualità scolastica, ecc.), si è scatenato il dissenso dei
diretti interessati che, su vari fronti, stanno facendo leva affinché
il decreto venga modificato nei punti evidenziati, e laddove si leda
fortemente lo spirito della legge cardine dell'integrazione
scolastica siano ritirati totalmente gli atti.
In particolare vorrei segnalare
l'incontro, organizzato il prossimo 10 febbraio a Roma (via Giacomo
Peroni 452, dalle 11.30 alle 14.30) dalla dottoressa Evelina Chiocca,
che vedrà insieme genitori e insegnanti per discutere in particolare
dei decreti 378, 384, 377. Tramite la pagina Facebook dell'evento
“Sostegno 378”, sta partendo una seconda iniziativa per recarsi a
Sanremo ad attenzionare l'opinione pubblica su ciò che accadrebbe se
i decreti fossero approvati senza le opportune modifiche.
Quando ci sono di mezzo dei diritti
personali inalienabili non si possono costruire leggi basate su
criteri “contabili” e come tali disumani. Pare assurdo che dei
rappresentanti politici possano partorire simili concezioni di
integrazione, come se un essere umano si potesse ridurre ad una
operazione matematica, dove peraltro prevale la “sottrazione” e
la “divisione”.
Queste recenti riforme continuano ad
abusare dei termini “integrazione”, “inclusione”, “sostegno”,
dove è evidente la mancanza di comprensione profonda della
sofferenza che si cela dietro a delle conquiste raggiunte dopo
decenni di discriminazione e che, ancora oggi, faticano a farsi
valere nonostante una legge concepita perfettamente, la 104/92, che
basterebbe tutelare e far applicare, sempre.
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